Empire State Building: il simbolo della rinascita americana

Negli anni ’30 del secolo scorso l’America non se la passava benissimo.

Nel 1929 c’era stato l’ormai leggendario crollo della borsa di Wall Street che, dopo quel tragico “giovedì nero”, colò a picco facendo scoppiare la crisi economica in tutto il mondo industrializzato più velocemente del coronavirus.

 

Il settore più colpito, dopo quello delle industrie pesanti, fu il settore immobiliare.

Praticamente il momento storico meno adatto per costruire il grattacielo più alto del mondo.

 

Eppure, è proprio in questo contesto che presero il via le operazioni per la costruzione dell’Empire State Building, un’opera monumentale progettata per raggiungere i 103 piani con un’altezza complessiva di circa 443 metri.

 

Del resto, New York era da poco diventata l’area metropolitana più popolosa del mondo con oltre 10 milioni di abitanti, superando Londra.

Quindi, recessione o meno, crisi o no, il palazzone più alto del mondo si doveva costruire, punto.

 

Immagina di camminare nei pressi di quel cantiere, il più grande e straordinario mai messo in piedi dai tempi delle piramidi, in una New York economicamente depressa ma in pieno boom demografico.

 

Sono abbastanza sicuro che la prima cosa che noteresti sarebbero i carrettini con gli hot dog a bordo strada e non vedresti i lavoratori del cantiere 100 metri sopra la tua testa in condizioni altamente rischiose.

A quel tempo non sapevano nemmeno cosa fossero safety harness, safety gloves e hard hat.

 

Praticamente nessun dispositivo di sicurezza!

Guarda tu stesso nella famosissima foto di Charles Ebbets.

American construction industry

Foto scattata agli operai del cantiere dell'Empire State Building

Proprio un bel manifesto per la sicurezza sul lavoro, no?

 

Nel webinar “Constructing the Empire State Building” Jean spiega che fortunatamente le cose oggi sono cambiate: equipaggiamento di protezione (che in America prende il nome di PPE, Personal Protection Equipment) e regole ferree sui cantieri in materia di sicurezza hanno decisamente ridotto incidenti e rischi di vario genere.

 

Del resto l’industria immobiliare in America dà lavoro a circa 10 milioni di cittadini e vale circa il 5% del PIL USA, che in percentuale può sembrare poco ma parliamo di…circa 1000 miliardi.

Una robetta da niente.

 

Quindi sicurezza sul lavoro aumentata sensibilmente e volume d’affari a 12 zeri: tutto rose e fiori no?

 

Beh, in realtà no.

 

Se ci mettiamo dal punto di vista del lavoratore medio, quello che in America in slang chiamerebbero “the little guy“, non se la passa proprio bene nei cantieri.

Al netto delle migliorie in ambito di sicurezza, il 20% dei morti sul lavoro appartiene proprio al settore immobiliare.

 

Nonostante siano degnamente retribuiti, la paga media di queste persone è diminuita di 5$ l’ora rispetto a 50 anni fa (calcolando l’inflazione), a causa della concorrenza degli immigrati che sono disposti a fare lo stesso lavoro “for much lower wages“, per un salario più molto più basso.

 

Per la serie: non è tutto oro ciò che luccica.

 

PPE

Poco fa ti ho parlato del Personal Protection Equipment da utilizzare sui cantieri, quelli che noi chiamiamo DPI, Dispositivi di Protezione Individuali.

Probabilmente l’avrai notato, ne ho citati alcuni mentre ti raccontavo la storia dell’Empire State Building.

Safety harness: è la classica imbracatura di sicurezza obbligatoria per chiunque lavori sospeso in aria o comunque ad una certa altezza.

 

Safety gloves: guanti rinforzati che proteggono le mani da abrasioni e oggetti appuntiti.

 

Hard hat: si tratta dell’ormai famoso elmetto che vediamo spesso anche in tv, indossato dai politici che fanno visita ai cantieri per questo o quel motivo.

 

Abbiamo raccolto tutti gli altri in questa clip video, estratta direttamente dalla registrazione del webinar!

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