Ho vissuto 6 mesi da nomade digitale

Di Lara Donadello,
Content Creator in IngleseFast

Lara was born and raised in Milan but grew up watching American TV shows and movies, developing a strong passion for the English language. 
She becamean English teacher in 2014 and has been teaching ever since.
She lived in the States for a few years, experiencing life both in the West Coast and the East
Coast. 
She’s now a self-proclaimed digital nomad who loves traveling whenever she gets the chance but, for the time being,
she calls Valencia her home.

 

Cos'è un nomade digitale?

L’avvento di internet ha a dir poco rivoluzionato il mondo: da come ci spostiamo a come comunichiamo e persino come lavoriamo.
 
Lavorare in remoto sta diventando sempre più in voga e, alcuni fortunati (tra cui mi ci metto io), riescono ad esercitare la propria professione indipendentemente da dove si trovino.  
 
Questo ha creato una nuova categoria di professionisti: i nomadi digitali che, per scelta, lavorano in remoto e viaggiano per il mondo. 

Perché diventare nomade digitale?

Diciamo che sono sempre stata una tipa un po’ irrequieta, come si direbbe in inglese I get itchy feet molto spesso.
 
Sin da piccola sognavo di andare a vivere altrove, non tanto perché non stessi bene lì dove stavo, ma per una voglia di scoperta e, soprattutto, di cambiamento.
 
Così, dopo un anno in Spagna, quando il mio ragazzo mi ha proposto: “Ma perché non andiamo in Asia per qualche tempo?” non ho dovuto rifletterci molto per decidermi e, nel giro di pochi giorni, erano già partiti i preparativi e le pianificazioni.
 
Il 24 settembre 2019, con uno zaino in spalla ciascuno e con tanta curiosità addosso, abbiamo intrapreso il nostro viaggio in Asia.
Prima tappa Thailandia e poi Cambogia, Laos, Sri Lanka, Maldive, Singapore e infine Malesia. 

Come ci si prepara per un viaggio così?

Prima di un viaggio così lungo è difficile sentirsi realmente preparati. 
E anche quando sembra che si sia pensato proprio a tutto (vaccini, assicurazione sanitaria, quali vestiti portare, ecc.), ci vuole comunque un po’ di fiducia nel fatto che, bene o male, in un qualche modo, ce la si caverà. 
 
Però ci sono alcune cose che davvero non si possono trascurare…
 
La sicurezza di un lavoro che sia remoto e stabile: sentirsi tranquilli dal punto di vista economico è imprescindibile per godersi il viaggio e non stressarsi. 
 
L’ultima cosa che si vuole è ritrovarsi dall’oggi al domani senza lavoro nel bel mezzo della propria avventura!
 
Cosa che, peraltro, a me è successa, eheh!
 
Una valigia ben studiata: diciamoci la verità, spostarsi ogni settimana sapendo di dover ogni volta svuotare e riempire due valigie dimensione pony, tre trolley e un borsone da
palestra non è la cosa più pratica del mondo.
 
L’ideale è riempire uno zaino bello capiente e bello comodo, seppur non eccessivamente
grande per portartelo a bordo dell’aereo, e quel che ci sta, ci sta e quel che non ci sta…
beh, bisogna imparare a vivere senza!
 
Un partner perfetto: forse l’aspetto più importante, se si decide di viaggiare in coppia.
 
Gli imprevisti in un viaggio del genere sonotanti, le complicazioni, innumerevoli, i cambi
di piano, all’ordine del giorno, e se a questo si aggiungono altre fonti di stress, si rischia di
diventare pazzi!
 
Trovatevi quindi un compagno di viaggio che sia anche il vostro partner in crime.
 
Un piano generale: pianificare è bene anche se non troppo! La vita in generale è già di per
sé imprevedibile, figuriamoci in un’avventura del genere! 
 
Pianificare tutto in ogni minimo dettaglio, vuol dire quasi sicuramente ritrovarsi a pianificare tutto di nuovo ogni due giorni!
 
Noi avevamo un’idea dei Paesi da visitare e di quanto più o meno ci saremmo fermati in
ognuno e poi, una volta partiti, ogni settimana era una caccia alla destinazione successiva! 

Le cose più belle

Visitare Paesi così diversi e vivere lì a lungo tempo, ti riempie mente e cuore in una maniera che poche altre cose fanno. 
 
Le cose che più ho apprezzato di questo viaggio sono: la gentilezza e disponibilità della gente, come il ragazzo laotiano che ci ha dato un passaggio in trattore quando eravamo bloccati nel fango, i sorrisi degli SriLankesi e l’infinità ospitalità dei maldiviani, vedere così tanta natura e così tanti animali selvatici, sperimentare cibi nuovi e scoprire che non sapevo neanche cose fosse il piccante vero, e, soprattutto, riflettere su tutto ciò che diamo sempre per scontato. 

Le difficoltà più grosse

Per quanto lo si idealizzi, un viaggio così non è tutto rose e fiori: la lontananza dalla famiglia si fa sentire di tanto in tanto, il continuo spostarsi e “traslocare”, di città in città e di Paese in Paese pone le sue difficoltà.
 
Poi ci sono le piccole cose di tutti i giorni con cui bisogna imparare a fare i conti, come la pessima qualità della connessione internet in alcune zone o non poter utilizzare l’acqua del lavandino.
 
Infine, le difficoltà vere e proprie come quando abbiamo speso tutti i contanti su un’isola su cui non si poteva né pagare con carte di credito né prelevare, quando abbiamo perso o ci sono stati cancellati dei voli, quando per più di due settimane non siamo riusciti a trovare il modo di fare un bucato (che vergogna!). 

E ora?

E ora siamo di nuovo in Spagna, per ricaricare le pile e ritrovare un po’ di stabilità ma con tantissima voglia di continuare ad esplorare. 
 
Se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi mesi, è che molto spesso, con un po’ di buona volontà e tanta determinazione, si può andare molto lontano, anche letteralmente! 

Tratto da IngleseFast Magazine 2020

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