Seguo American School con mia figlia e ora parliamo insieme in inglese

Andrea Toldo

Manager nel campo delle telecomunicazioni

Quando ho conosciuto Andrea, la prima cosa che mi disse è che non sapeva se sarebbe riuscito a trovare il tempo necessario per studiare. 

 

Dopo due mesi, la sua comprensione e la sua confidenza con la lingua hanno fatto passi da gigante 

 

Ora non solo segue l’American School in compagnia della sua splendida famiglia, ma proprio nel contesto familiare ha portato l’inglese nel quotidiano.

 

Guarda l’intervista in diretta nel video qui sotto.

Lorenzo: Benvenuto Andrea! Partiamo subito…tu sei uno studente che è partito da American School. Da quanto sei con noi?
 
Andrea: da un paio di mesi, ci siamo conosciuti e abbiamo iniziamo insieme questo bellissimo percorso.
 
Lorenzo: ah, solo due mesi? Sembrano molti di più, sei partito fortissimo…
 
Andrea: eh sì, mi sono posto un obiettivo e lo sto “rincorrendo”.
 
Lorenzo: ottimo, intanto volevo chiederti una cosa molto semplice…presentati!
 
Andrea: certo, io sono Andrea Toldo, sono un ingegnere elettronico e lavoro nelle telecomunicazioni.
È un ambito molto interessante che anche in questo periodo difficilissimo per tutti non sta risentendo particolarmente dei vari problemi che purtroppo conosciamo.
Le telecomunicazioni sono ciò che ci permettono di parlare a distanza, mi occupo proprio di network design, fibra ottica ecc.
Lavoro con un’azienda del vicentino.
La conoscenza di American School è arrivato da un passaparola proprio nel mondo delle telecomunicazioni.
 
Lorenzo: quindi hai avuto un amico che ti ha parlato di noi?
 
Andrea: più precisamente un nostro partner aziendale ha avuto un’ottima esperienza con voi e ci ha consigliato di iniziare il percorso con IngleseFast e American School.
Parlavo già un discreto inglese ma l’obiettivo è essere più fluente e capire meglio.
È un’esigenza personale ma anche lavorativa. Devo tenere spesso incontri e telefonate in inglese per parlare di lavoro e quindi da qui l’esigenza di diventare più spigliato con l’inglese Americano, non quello classico British scolastico.
 
Lorenzo: come mai quello americano? Hai a che fare con partner di tutto il mondo?
 
Andrea: la maggior parte delle interazioni sono con persone anglofone ma non britanniche, quindi ho bisogno di abituarmi ad accenti meno “taglienti” di quello britannico.
 
Lorenzo: Ok perfetto. Quindi ci siamo conosciuti e hai deciso di provare American School.
Tu oltre a lavorare hai anche una bella famiglia, no?
 
Andrea: sì lavorativamente parlando sono manager in azienda, quindi ho da gestire tante cose ma a casa di certo non mi annoio, con una moglie e 3 figlie.
Proprio le mie figlie tra l’altro sono state “fonte d’ispirazione”, perché voglio essere d’esempio anche per loro.
Loro sono già bravissime e amano l’inglese, quindi ogni tanto proviamo a conversare in inglese.
Il mondo ormai è globalizzato e non conoscere la lingua del mondo ti fa perdere tantissime cose, non vivi una vita completa.
 
Lorenzo: bellissima questa cosa del dare l’esempio, perché così trasmetti anche le belle emozioni della gioia di imparare.
 
Andrea: ti dirò di più…una delle mie figlie segue l’American School insieme a me ed, è diventata una sorta di esperienza di famiglia.
 
Lorenzo: bellissimo poter condividere questa esperienza di apprendimento, ti invidio!
Quindi tornando a noi, tu hai fatto il mese di prova e hai deciso di continuare con American School e di proseguire anche con un percorso personalizzato col nostro coach Conner, no?
Volevo chiederti, a proposito di American School, cosa ti ha dato in questi mesi?
 
Andrea: ho apprezzato molto la struttura complessiva, con American School integrata con le sessioni individuali col coach, perché come dicevo proprio a Conner (il mio coach) da questi ultimi 2 mesi ho iniziato a guardare l’America con occhi diversi.
Nei webinar quando si sente un madrelingua americano si respira proprio un’aria diversa e si colgono aspetti della lingua che non coglieresti in altri contesti.
Bellissimo il famoso “American Dream”, ma dietro ci sono tanti aspetti che vengono alla luce che non sono proprio bellissimi e magari non conosci, ad esempio l’assicurazione sulla salute e il mondo sanitario, tutti gli aspetti relativi al razzismo ecc.
Una cosa che ho scoperto con voi che trovo molto interessante e sta facendo la differenza, sono i phrasal verbs e lo slang.
Nel mio percorso non li avevo mai visti né approfonditi.
Se entri in una conversazione colloquiale con una persona che parla bene l’inglese, soprattutto quello americano, e non conosci queste cose, fai proprio fatica a capire.
Inoltre quando impari un lingua nuova è fondamentale vedere aspetti diversi come la cultura, il cibo, la musica, perché più ti addentri in queste cose più capisci meglio come funziona e il tuo cervello ragiona in modo diverso e pensa spesso in inglese.
Ad esempio ora ho messo il telefono in lingua inglese, ascolto podcast in inglese ecc.
E infine c’è la pronuncia e il parlato, sento la necessità di parlare ma soprattutto sento il bisogno di avere dall’altra parte qualcuno che mi capisce e che mi possa correggere.
 
Lorenzo: certo, proprio a proposito delle conversazioni individuali, noi facciamo molta attenzione alla pronuncia, cosa che normalmente non avviene.
Per noi è fondamentale comprendere e pronunciare correttamente, piuttosto che focalizzarsi solo sulla grammatica.
 
Andrea: assolutamente e aggiungo anche una cosa in base alla mia esperienza da “studente intermedio”.
Io sono abbastanza propositivo e guido la conversazione col coach.
Mi preparo alcuni argomenti che voglio approfondire e ne parliamo insieme (temi lavorativi, hobby, familiari o lifestyle americano).
Lui normalmente mi lascia andare e parlare, poi alla fine ci fermiamo un attimo e facciamo le correzioni e questa è una cosa interessantissima perché migliori ma non ti blocchi.
Io mi sento rilassato e a mio agio ed è una cosa importante che volevo sottolineare.
Poi io parlo di Conner perché è il mio coach personale, ma tutti i coach che ho conosciuto in American School ti mettono sempre a tuo agio.
Ad esempio nella chat durante i webinar, ti spronano a buttarti, scrivere e interagire, non ti rimproverano né ti giudicano ed è giusto che sia così secondo me perché ti senti tranquillo di fare i tuoi errori che poi correggerai con la pratica.
Se non ti metti in gioco non cresci.
 
Lorenzo: anzi, è proprio quando ti butti che fai lo switch mentale.
Quando fai la tua figuraccia ti rimane molto più impresso, come se fossi all’estero.
 
Andrea: sì esatto.
Altra cosa che ho riscontrato è anche la modalità di insegnamento.
Ad esempio per i phrasal verbs, fatti con le vignette sono un’altra cosa.
E non è nemmeno tanto il live, ma la possibilità di riguardare dopo il webinar, cosa che a volte faccio col mio coach, che aiuta tantissimo.
Così ti rimangono impresse.
 
Lorenzo: quindi deduco che oltre ai webinar in diretta hai seguito anche quelli registrati nell’area riservata, giusto?
 
Andrea: sì, ce ne sono molti e la cosa interessante è che si impara proprio la cultura così vedi un approccio alla lingua in modo diverso, dal cibo a come comprare la machina.
O anche come approcciare in una relazione. La scuola americana, la politica, come affrontano determinate tematiche.
Si spazia tanto e ti fai un bel bagaglio sull’America.
 
Lorenzo: ottimo, ti faccio l’ultima domanda. Nella tua gestione settimanale, quanto tempo dedichi all’inglese e come lo organizzi tra famiglia e lavoro?
 
Andrea: all’inizio anche a me faceva paura mettermi in gioco perché ho un lavoro interessante che mi impegna e una famiglia splendida che mi impegna tantissimo, avevo paura di avere poco tempo.
Però ho capito che bisogna fare il cambio di mentalità e uscire dalla zona di comfort. Così io mi alzo sempre molto presto la mattina e sfrutto quel tempo lì, oppure i webinar registrati li ascolto a come se fossero dei podcast in macchina e poi magari torno a casa e quando ho 10 minuti mi guardo alcune cose che non posso guardare guidando.
Il lunedì sera (che per me è un orario perfetto) c’è l’American School
E poi io il giovedì ho la call col coach.
Quindi ho due appuntamenti fissi, ma nel mezzo ci metto del mio e in due mesi ho cambiato il mio modo di fare e mi sono circondato d’inglese.
Ora sto prendendo ad esempio i miei appunti in inglese, cosa che prima assolutamente non facevo.
Traducevo in italiano e mi perdevo.
Ora scrivere in inglese mi aiuta molto anche a velocizzarmi nella comprensione.
Quindi complessivamente come tempo qualche ora alla settimana ma ormai l’inglese è talmente integrato nella mia vita che non mi pesa affatto.
 
Lorenzo: fantastico, proprio quando lo porti nella quotidianità avviene lo switch mentale e tutto cambia.
Ricordo ancora quando parlammo la prima volta che mi dicesti che non sapevi se saresti riuscito ad incastrare l’inglese con i tuoi impegni e ora eccoti qua.
 
Andrea: Sì, è tutto uno stimolo continuo che ti fa aggiungere tassello dopo tassello nuove cose (podcast in inglese, prendere appunti in inglese, parlare con tua figlia in inglese ecc).
Sono cose che aiutano e ti danno grande soddisfazione.
 
Lorenzo: Pensa che una volta un nostro studente istituì il “giorno dell’inglese in famiglia”, cioè un giorno a settimana si parlava inglese.
Che è un po’ il tipo di passione che sta coinvolgendo anche te, è molto bello.
 
Andrea: sì esatto, è quello che cerchiamo di fare noi provando a portare l’inglese nel quotidiano.
 
Lorenzo: fantastico Andrea, ti ringrazio per questa intervista, mi è piaciuta tantissimo e penso che possa essere d’ispirazione per tante persone.
Grazie per il tuo tempo.
 
Andrea: grazie a voi per l’opportunità, io alla fine ho detto semplicemente le cose come stanno e come le penso. Ci si appassiona un po’ alla volta.
Grazie a te e tutto lo staff.
IngleseFast